Premettendo che personalmente non credo di aver inventato nulla ma meglio calibrato, meglio codificato quanto accadeva e poteva accadere pescando dalle spiagge del nostro Mediterraneo, ritengo senza presunzione di riuscire a monitorare e elaborare quanto accade e potrà accadere a corto raggio temporale.
• Mimmo Marfè
Quanto rintracciabile sul web non è credibile al 100%, anzi spesso saremo in presenza di informazioni anonime, scopiazzate e poco credibili, ma alcuni siti molto affidabili consentono una previsione abbastanza accorta. Personalmente, quanto reperito su siti meteo sono poi solito confrontarlo con il portale meteo dell’aeronautica militare, forse esteticamente meno accattivante ma preciso per definizione e a breve termine molto dettagliato. A riguardo del lavoro svolto in decenni di esperienze ed osservazioni, alcune affermazioni bollate quasi di eresia o banalizzate, risultano del tutto credibili. La pesca dalla spiaggia in diurna è una realtà sempre maggiormente produttiva (questione anche di fiducia in quanto si fa) e per alcuni pesci maggiormente presenti in Mediterraneo la condizione di mare calmo, non solo estiva, risulta la più favorevole. In mareggiata e successiva scaduta, il Mare Nostrum offre il massimo per spigole e saraghi ma alcuni tratti di costa sempre in mareggiata consentono la possibilità di catturare orate in particolare durante le fasi di scaduta. Affermare che è proprio la scaduta il momento migliore per catturare, espone a piccoli linciaggi da parte dei soliti puri e duri ma piaccia o meno è proprio così. Le mareggiate violente non hanno mai offerto frutti copiosi e spesso qualche timida tocca è capitato di avvertirla proprio nel canale di risacca.
C’è una tendenza a voler stoicizzare un gioco, forse uno sport, sicuramente un hobby. Descrivere e ipotizzare scenari devastati da onde e correnti fa sentire quasi dei super eroi, sensazioni forse appaganti per chi ha voglia di protagonismo on line ma scarsamente produttive nella realtà. Sarà abbastanza semplice constatare che anche dalle spiagge che ambiscono alla primogenitura del surf casting, spesso le catture dei pesci tipici della zona avvengono a mare sostanzialmente calmo. La differenza tra bacini chiusi con scarse escursioni di maree e acque a maggiori escursioni consta proprio nelle correnti di maree generate, molte scarse in Mediterraneo, qualche volta esagerate nelle acque oceaniche. L’utilizzo di piombi ad altissima tenuta nelle acque britanniche o altre oceaniche non dipende dalle mareggiate, ma servono per contrastare la forte corrente sul fondo. Intanto dovremo prepararci a quello che ci piace definire surf casting classico. Minimo comun denominatore restano le mormore che almeno per le acque della nostra west coast restano in pascolo tutto l’anno. Diversa la situazione nelle acque orientali peninsulari dove la presenza dello sparide risulta quasi sempre, escludendo le acque più meridionali, legata alla stagione mite e calda. Il break tra coda dell’estate e autunno è temporizzato generalmente durante il mese di ottobre. Se le mareggiate autunnali non avranno impoverito il substrato sabbioso di sostanze nutritive dovremmo di conseguenza avere un buon autunno piscatorio e anche una prima fase invernale con buone prospettive.
Lo schema che dovremo seguire sarà il classico del surf casting canonico:
per saraghi e orate andremo a privilegiare quelle spiagge nei cui pressi sono presenti formazioni solide o altri ambienti che possano essere assimilati a tane. Il pesce è in grado di percepire i momenti propizi per spostarsi seguendo la scia odorosa del cibo.
Su spiaggia aperta e lunga sarà fondamentale la presenza di qualche foce o anche altro piccolo sbocco di acqua dolce. Questo comporterà la presenza di spigole che saranno attratte da quei pesciolini che sono soliti frequentare le zone di rimescolamento delle acque tra cui i cefali e le anguille. I piccoli pesci saranno obiettivo dichiarato delle spigole adulte le quali però non hanno mai disdegnato qualche succulento boccone tipo cannolicchio, filetto di sarda, trancio di cefalopode fresco e, anche inneschi di vermi, cosa che contraddice la definizione da noi affibbiata alla spigola di pesce predatore, ma che tutti sanno corrispondere alla realtà. Poi tornando ai pesci che si spostano dalle rocce non dobbiamo dimenticare il grongo che però risulta essere molto più lento degli altri pesci per arrivare in pascolo.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.