Molteplici soluzioni per questo modello di punta della gamma Master. In particolare Diporto e Fishing, per accontentare le necessità dei crocieristi e dei pescatori. La versione pesca l’avevamo già provata qualche tempo fa, ora tocca a quella da diporto…
• Luciano Pau

Per la verità visitando il catalogo Master Gommoni spiccano ben quattro modelli siglati 775. Due nella versione diporto (775 e 775 Sport), uno nella configurazione Diving e un altro ancora nella veste Fishing. Si tratta di una misura centrale nella produzione del cantiere palermitano. Non troppo grande, siamo ancora seppur di poco al disotto degli otto metri, ma neppure piccolo. Un tempo una misura considerata un punto di arrivo per molti diportisti e ora, invece, centrale e in alcuni casi start-up. È una misura che volendo, a tubolari sgonfi, può ancora essere carrellata, e in acqua offre tanto spazio a più persone (sono ben 16 quelle omologate). Tempo fa avevamo già provato la versione Fishing, mentre ora focalizziamo il nostro test sulla versione diporto. La differenza principale tra le due configurazioni la si nota ovviamente in coperta, perché la carena è la stessa. E così mentre nella versione diporto del Master 775 lo spazio poppiero è interamente dedicato al relax e alla convivialità, forte di un generoso divano che occupa tutta l’area con la sua seduta a baglio, il piano di completamento o tavolo pranzo, gli schienali e anche un’eccedenza “morbidosa” posizionata più in alto sfruttabile come prendisole mono-posto, la versione fishing qui dedica spazio a vasche e agli spostamenti e il divano, pur essendoci, è abbattibile a murata al fine di garantire il maggior spazio calpestabile agli angler. Ovviamente cambia anche la configurazione della cala servizi. Molto importante, capiente e divisa in tre differenti scomparti nella soluzione diporto in quanto sfruttante la parte sottostante il divano, minimal e a murata per il fishing. Viste le differenti necessità le varianti proseguono poi nell’area di pilotaggio. Mentre la versione da pesca adotta una console centrale poco ingombrante, sempre per il motivo di poter garantire il maggior spazio di camminamento e spostamento possibile, quella della versione diporto cura maggiormente il design, assumendo forme morbide e curvilinee che si amalgamano con l’area prodiera. È più larga, ha il parabrezza basso, e consente il montaggio a portata di mano di strumentazione elettronica di ogni genere, limitando però la grandezza del display. Esattamente il contrario della versione da pesca, ove la necessità di montare strumenti MFD con grandi schermi vince. Quindi in questo altro caso un unico piano inclinato generoso e poi altri due discendenti e poggiapiedi. Sulla versione fishing spiccano anche il parabrezza alto e il T-Top, due particolarità molto apprezzate da chi esce anche con climi rigidi.
Simile invece la seduta di pilota e co-pilota, ossia un divano doppio con schienale ribaltabile in avanti per dare accesso diretto alle parti sottostanti. Nella versione fishing qui può essere sistemata la vasca per il vivo con oblò esterno, nella versione diporto il lavello con rubinetto e un eventuale blocco fuochi. La versione diporto inoltre, al posto della vasca per le esche propone l’incasso di un frigorifero in acciaio. La console del 775 diporto infine, nella parte anteriore discendente verso il prendisole con cui si va a unire, propone al centro un divanetto passeggero. Ma la sorpresa si ha sollevando il portellone (anche elettro-pneumaticamente volendo). Infatti al suo interno si cela una cabina con letto matrimoniale che si estende verso prua e un wc marino, entrambi optional. Una soluzione “all-in-one” per godersi anche il piacere di un po’ di campeggio nautico. Il prendisole prodiero, considerando lo spazio libero occupato nella versione diporto fronte marcia dalla cabina e dal divanetto, alla fine ha la stessa abitabilità, o quasi su entrambi i modelli. La differenza pratica la fanno unicamente i cuscini che nella versione diporto “abbracciano” la console, assenti invece nella soluzione fishing. In entrambe le versioni sono infine presenti gavoni sotto ai cuscini per dotazioni e accessori, di cui uno dedicato al sistema elettrico di ancoraggio e, per concludere, entrambi i modelli propongono a prua plancette in vetroresina che fuoriescono dalla sagoma del tubolare. L’ancora è esterna, sulla chiglia, poggiante con le marre su di un fazzoletto in acciaio che protegge la vetroresina. Per quanto concerne i tubolari sono realizzati con tessuto Orca della Pennel et Flipo da 1670 dtex la cui colorazione è configurabile così come d’altronde il resto dei componenti (cuscinerie, bottacci, maniglie e manigliette tientibene). Presso la rete vendita è possibile visionare campionature delle singole soluzioni cromatiche per personalizzare al massimo il proprio battello. Ovviamente, se pur pleonastico sottolinearlo, sulla versione diporto mancano anche tutte le attrezzature care ai pescatori, come ad esempio i portacanne.
In acqua
La combinazione ha voluto che entrambi i modelli (fishing e diporto) in acqua per il test, tenutosi a Palermo, fossero motorizzati con la stessa potenza, ossia una coppia di Mercury FourStroke V6 da 200 cavalli ognuno. Per questioni di tempo a disposizione ho dovuto scegliere di fare il test solo su una delle due versioni e la scelta è caduta sul modello da diporto, forse un pochino più leggero per l’assenza di T-Top e attrezzature da pesca varie. I motori sono equipaggiati di eliche Enertia Eco da 19”. Imbarchiamo un carico medio, consistente in poco più della metà di capacità del serbatoio carburante (circa 225 litri), non abbiamo acqua e siamo infine in tre persone. Il mare è appena formato, tirato da una brezza che a terra sembrava meno fastidiosa, ma che fuori dal porto si rivela invece un po’ più presente. La motorizzazione, due V6 generosi e possenti da 3.4 litri, fanno sentire sin da subito i cavalli che celano sotto le calandre. È una potenza che si percepisce nella brusca accelerata per rilevare il tempo d’ingresso in planata, che si ottiene in appena 2,3”, ma lo è altrettanto quando già in planata si vanno a chiedere più prestazioni e i motori rispondono “presenti”! Ne è un esempio quando ormai a 35 nodi, equivalenti a 4.000 giri, decido di fare pressione sulle manette del gas. L’accelerazione è brusca e rapida e senza uso dei trim, a 4.500 giri, raggiungiamo i 38 nodi come nulla fosse. Per ottenere di più, in termini di prestazioni è richiesta la regolazione dell’assetto dei piedi, cosa che faccio progressivamente. Prima alzo i motori del 10% e a 5.000 giri raggiungiamo i 44 nodi, poi li alzo al 50% ottenendo a 5.500 giri in cambio 47 nodi.
Mancano all’appello ancora 300 giri per la precisione, ma per ottenerli occorrerebbe alzare ancora di più i piedi dei motori, portandoli magari addirittura all’80/90% della loro corsa, e decido di non farlo, accontentandomi, per modo di dire, dei risultati sin qui ottenuti. Si tratta già di velocità divertenti e non troppo impegnative, soprattutto quelle intorno ai 30 – 35 nodi, tali da consentire veloci trasferimenti in tranquillità. Sono tra l’altro velocità “risparmiose”, che lasciano tanto carburante nel serbatoio e quindi autonomia a disposizione. Pensate che a 35 nodi (4.000 giri) entrambi i motori consumano solo 60 litri/ora, ossia 30 litri a motore. Davvero poco! Se poi si chiede è ovvio che il consumo passa un po’ in secondo piano, ma anche a regime di giri elevati, ad esempio al top raggiunto di 5.500 giri, il consumo orario a motore rilevato è di poco superiore ai 60 litri. Un ottimo risultato! La velocità crocieristica è comunque stimata intorno ai 26 nodi, a 3.000 giri con consumi totali di 32 litri/ora. A livello di comportamento, anche facendo un po’ i pazzi per provare come si comporta nelle situazioni estreme il Master 775 fa valere la sua stazza e la sua progettazione, che Master da anni ha improntato su battelli che “sanno stare in acqua”. Preciso nelle accostate anche a 40 nodi, non scappa mai via di coda e non porta acqua a bordo, il che garantisce divertimento, anche un po’ adrenalinico se vogliamo ai passeggeri, ma consente loro di apprezzare il mare senza ricevere schizzi indesiderati. Morbido sull’ondina corta, che taglia con estrema naturalezza, il battello ha un buon atteggiamento anche con onde un po’ più alte appositamente create in modo artificiale. I tubolari, dopo il superamento della cresta, aiutano a trovare nuovamente l’assetto ottimale, poggiandosi sulla superficie acquea e garantendo direzionalità. Provo come ultimo test il livello minimo di mantenimento della planata. A 13 nodi planiamo ancora e tale risultato, considerando che il battello a vuoto pesa circa 1.100 chilogrammi, non è così scontato.
Caratteristiche tecniche
| Categoria di progettazione CE | C |
| Lunghezza f.t. con plancette di poppa: | m. 7,70 |
| Lunghezza interna: | m. 6,75 |
| Larghezza f.t.: | m. 3,10 |
| Larghezza interna: | m. 2,00 |
| Diametro tubolari: | m. 0,62/0,52 |
| Compartimenti stagni: | n. 6 |
| Peso senza motori: | 402 hp (1 o 2 motori FB) 2 x 148 kW |
| Carburante di serie: | litri 450 |
| Acqua di serie | litri 77 |
| Portata persone | n. 16 |
| Motorizzazione prova | 2 x 200 Mercury Four Stroke V6 – elica Enertia Eco 19” |
| Costruttore: | Cantiere |
Prezzo di listino (I.V.A. esclusa) e solo scafo: € 67.200 in versione cruiser e € 65.400 in versione Fishing
Rilevamenti
| Giri | Nodi | Consumi orari totale |
| 600 | 3 | 4 |
| 1.000 | 5 | 8 |
| 1.500 | 7 | 13 |
| 2.000 | 9,2 | 21 |
| 2.300 | 13 | 22 limite planata |
| 2.500 | 19,5 | 24 |
| 3.000 | 26 | 32 |
| 3.500 | 31 | 49 |
| 4.000 | 35 | 60 |
| 4.500 | 38 | 86 |
| 5.000 | 44 | 103 Trim al 10% |
| 5.500 | 47 | 128 Trim al 50% |
Condizioni generali di prova
Meteo: brezza lieve, mare formato, sole
Carichi: 3 persone, dotazioni di bordo, 220 litri di carburante
- Velocità minima in planata 13 nodi
- Velocità di crociera economica 26 nodi
- Velocità di crociera veloce 38 nodi
- Velocità massima raggiunta 47 nodi
Produttore
Master Gommoni
Via Mariano di Trapani
Trav. di S.S. 113 Est n. 100
90044 – Carini (PA)
Tel. e Fax +39 091/8691592
www.mastergommoni.it
info@mastergommoni.it
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Luciano Pau
Giornalista iscritto all’Ordine Interregionale del Lazio e Molise dal 1995, vanta un’esperienza di oltre 35 anni nel mondo della nautica e dello sport, tra cui la pesca, che segue ormai assiduamente da oltre 10 anni. Ha collaborato per vent’anni con alcune delle principali riviste del settore nautico e pesca, occupandosi di test d’imbarcazioni e di gommoni, di articoli tecnici legati alle tematiche nautiche e motoristiche in genere, di elettronica, attrezzature da pesca e seguendo eventi a livello nazionale ed internazionale. Oggi è direttore del web magazine Fishing Boat Magazine ed organizzatore di eventi.


























































