I motori fuoribordo elettrici nella nautica non sono certo una novità. Quello che potrebbe esserlo però è che a scendere in campo in tale segmento sia un’Azienda come la statunitense Tesla, leader mondiale nella produzione di autovetture elettriche e pannelli fotovoltaici.
• Redazione
Al momento però sia chiaro, l’azienda con il suo CEO Elon Musk sta guardando con un po’ di diffidenza tale progetto considerandolo molto interessante, ma non ancora sicuro al punto da metterci la faccia, per quanto concerne la coesistenza di alta tensione ed acqua con conseguente responsabilità, e pertanto si astiene dal fornire componentistica nuova alla Hyper Electric Marine, azienda specializzata nella produzione e progettazione di fuoribordo elettrici di alta potenza, sistemi di controllo digitali e di ricarica e stoccaggio batterie, che ha dato il via al progetto. Capitanata dal suo Presidente Michael Westrick pertanto la Hyper Electric Marine ha impiegato materiali di recupero di una Tesla Model 5, un pacco batteria della Model 3 da 76kWh ed è riuscita a mettere in acqua per un test ben cinque prototipi. I risultati sono stati più che entusiasmanti, in quanto la potenza ottenuta è paragonabile ad un fuoribordo da 370 hp, mentre l’autonomia della batteria è equiparata a quella di un serbatoio per il gas da circa 94 litri. Per aumentare l’autonomia è inoltre prevista l’adozione di un pannello solare sul tettuccio dello scafo ed un caricatore a spina sempre Tesla da 120 VAC. Proprio Michael Westrick ha sottolineato che: “Abbiamo costruito cinque prototipi e siamo soddisfatti degli ultimi due in termini di prestazioni e di raffreddamento. Il programma di lavoro prevede l’avvio della produzione quest’inverno. Il nostro primo motore è in grado di spingere uno scafo di oltre sette metri a 52 nodi”. Ma ci sarà un interessamento diretto di Tesla in questo progetto? La risposta di Michael Westrick in tal senso è stata la seguente: “Attualmente utilizziamo motori, inverter e batterie Tesla di recupero. Ho preso contatto con Elon e lui adora il concetto ma, non è ancora disposto a venderci parti nuove. Stiamo pertanto procedendo con una grande fornitura di attrezzature di recupero ricondizionate. Tutti i cavi ad alta tensione sono fatti passare attraverso un condotto in alluminio, mentre il pacco batteria è completamente sigillato. In attesa di poter collaborare direttamente con la Tesla, per alcuni anni useremo loro materiale di recupero”. Ora non resta che attendere. L’idea di poter utilizzare sistemi ecologici per navigare ad alte prestazioni è sicuramente interessante, occorrerà capire meglio però: 1) la resa effettiva in termini di durata delle batterie; 2) difficoltà di ricarica delle stesse in ambito portuale ed itinerante considerando la già non perfetta distribuzione delle colonnine di ricarica per le autovetture anche nelle grandi città; 3) la sicurezza per l’adozione di alta tensione in ambiente acqueo; 4) quale sarà il suo prezzo di vendita al pubblico, quest’ultimo un dettaglio non proprio da sottovalutare.