L’agonismo spiaggia può essere veicolo di affinamento delle tecniche di surf casting ma, se non affrontato con solidi basi teorico – pratiche del surf casting, può essere estremamente fuorviante. L’agonista non effettua nessuna scelta in merito a condizioni, spiagge, settori. A lui vengono assegnati 15 metri di spiaggia e lì lui deve destreggiarsi.
• Mimmo Marfè
La spiaggia
Spiagge, luoghi di amenità estive inondati dal popolo dei bagnanti che mettono in mostra le proprie miserie o i propri tesori. Noi amiamo osservarle totalmente sgombre da varia umanità. Ma anche se le calpestiamo da anni, siamo in grado realmente di scegliere dove recarci e dove posizionarci? E’ definibile come spiaggia una zona costiera sabbiosa che si immerge verso mare. La formazione di una spiaggia è dovuta alla combinazione di fenomeni di erosione e sedimentazione. Questi fenomeni sono generati nel corso dei millenni dalle onde, dalle maree, dalle correnti marine costiere. Sulle spiagge possono accumularsi materiali di diversa dimensione (granulometria), dalla ghiaia ai ciottoli e alla sabbia per la grande maggioranza delle spiagge, fino al fango, soprattutto presso la foce di grandi fiumi. La spiaggia è quella parte di costa che risente dell’azione delle onde, compresa tra il piede della spiaggia, ovvero il limite interno della zona di transizione tra fondale sabbioso e fondale fangoso e, verso terra, il livello più interno raggiunto dalle onde di tempesta.
Granulometria e surf
Proprio la granulometria della sabbia ci potrà dare indicazioni sulla profondità della spiaggia; sabbia sottilissima è sinonimo di scarsa profondità, granelli di sabbia di media dimensione generalmente corrispondono a spiagge con la parte sommersa di media profondità, al contrario granelli grossi o ciottoli danno la certezza di spiaggia profonda. Spiagge a bassa profondità e sabbia sottile sono preludio a una buona presenza di grufolatori e quindi buona presenza di orate e mormore. Spiagge dal profilo sommerso subito profondo offriranno buone chance di accostata di medi predatori quale ad esempio serra o lecce amia. Il comportamento in mareggiata delle due tipologie estreme di spiaggia sarà molto diverso. Per quelle a basso digrado generalmente bastano venti anche moderati per creare un buon impianto di surf, venti troppo forti rendono spesso queste spiagge impraticabili per il grande caos di correnti che si creano in acqua. Quelle molto profonde al contrario necessitano di molta energia affinché il fondo si apra e porti allo scoperto elementi utili all’alimentazione dei pesci. Molto spesso questi litorali non presentano frangenti in acqua e sarà solo un potente muro d’acqua a frangersi proprio in battigia.
Cos’è il fetch
Il tratto di mare che viene investito dal vento viene chiamato Fetch. Più lungo e ampio è il Fetch, più ampie saranno le onde.
Se ad esempio sulla costa occidentale della Sardegna avremo vento forte proveniente da Ovest, Ponente, avremo un fetch molto ampio in quanto in direzione ovest fino a Gibilterra non avremo terra. Poi lo stesso ponente superata l’isola sarda si dirigerà verso il Tirreno centrale ma con una distanza tra le coste molto inferiore e quindi non sufficiente a creare onde delle stesse dimensioni abbattutesi sulle coste occidentali della Sardegna. E speriamo di essere stati chiari. Altro fattore importante per la creazione di una mareggiata è la durata del vento: se la durata del vento su di un determinato tratto di costa sarà di breve durata difficilmente alzerà grandi onde, anche in condizioni di fetch ampio.
Le correnti
In mare c’è sempre corrente, magari molto flebile, altre volte fortissima. La corrente crea comunque un semplice spolverio o un vero scavo sul fondo, fenomeni che possono portare a portata di bocca organismi oggetto di nutrimento. La corrente che dal largo spinge verso terra è detta corrente primaria, quella che dalla riva porta verso il largo è detta secondaria. Ci sono poi correnti laterali che scavano dei veri canali come ad esempio lo scalino di risacca. Vediamo ai fini della pesca cosa accade rispetto alle correnti.
Dove sostano i pesci
Il pesce trova nella ricerca del cibo la sua attività principale. Questa attività la svolge cercando di spendere la minore energia possibile. Dunque se è nei pressi delle zone di scavo che avremo il disseppellimento di organismi utili alla nutrizione, sarà qui che piccoli pesci e pesci maggiori tenderanno a concentrarsi. Guardando dall’alto il profilo di una mareggiata formata e diciamo matura, noteremo un andamento delle creste delle onde non troppo lineare. Volendo tracciare una ideale linea di frangenza noteremo che essa avrà un profilo grosso modo sinusoidale e che ogni 200/400 metri ci sarà quasi una spaccatura nella linea di frangenza: queste spaccature sono formate dalle correnti di riflusso o secondarie a maggiore energia che creeranno uno scavo maggiore. Sarà proprio da questi varchi che il pesce procederà in avvicinamento dal largo verso terra. Il migliore dei nuotatori dei pesci da surf casting è il sarago, che in mareggiata è in cerca di cibo anche nelle zone a maggiore turbolenza. Altri pesci come l’orata e l’ombrina, entrambi schiettamente grufolatori, sostano ai margini della mareggiata e quindi spesso proprio dietro l’ultimo frangente, o se vogliamo essere più precisi, dell’ultimo deposito detritico con il cibo trasportato verso i loro apparati sensori da correnti meno caotiche. Attenzione, abbiamo detto dietro l’ultimo frangente e non dietro l’ultima onda. La differenza è che l’onda è formata dalla forza e dalla pressione del vento sull’acqua, il frangente invece si forma laddove il fondo abbastanza basso crea un attrito che costringe l’onda a piegarsi su se stessa. Altro pesce tipico della mareggiata è la spigola. Ci fermiamo qui, proponendoci di affrontare nel prossimo servizio l’argomento “settori”.