L’orata pescando dalla spiaggia, in passato, era prerogativa di pochi luoghi. Le spiagge della Sardegna erano tra le più rinomate per la pesca alle orate e in penisola le chance di cattura erano abbastanza limitate. Poi qualcosa è cambiato
• Mimmo Marfè
Tutta una serie di fattori di crescita delle conoscenze, delle tecniche, delle attrezzature e non ultimo una sorta di ripopolamento del bellissimo pesce fecero in modo che si potesse impostare direttamente la battuta ad orate. Oggi l’orata è un pesce che si può catturare quasi per tutto l’arco dell’anno da tutte le spiagge delle isole e della penisola.
Il lancio
Per tanti è diventato quasi una fissa e di esagerazioni se ne fanno tante. Non ne trovi uno che ammetta di lanciare meno di cento metri. Quella del lancio lungo è diventata una necessità, in quanto moltissime spiagge isolane e peninsulari sono in grado di offrire l’opportunità di pescare orate ma risulta spesso pregiudiziale la capacità del lancio lunghissimo.
Le esche
Parlando di ferma esche verrà naturale parlare proprio dei bocconi dedicati all’orata. Vediamo le più gettonate.
Il bibi
Questa esca è tra le più redditizie per la pesca dell’orata. La funzione del bibi varia anche a secondo della dimensione dell’esca.
Il verme americano
Va innescato intero su ami robusti anche tipo Aberdeen, scegliendo però quelli più robusti e di taglia tra il 6 ed il 2. Andranno bene anche ami tipo beak leggeri di misura intorno al 5.
Arenicola
Gli esemplari del verme rosso da dedicare alla pesca all’orata dovranno essere scelti tra quelli di taglia grande e maxi. Occorre innescarne porzioni abbondanti, mediamente una decina di centimetri, che andranno rassodati dopo che li avremo fatti risalire in parte sul filo.
Verme di Rimini
E’ il vero gigante tra i vermi marini, non è raro trovarci al cospetto di esemplari lunghi più di un metro. Il vermone andrà man mano sezionato a partire dalla coda con porzioni lunghe circa 6 – 8 centimetri ed andrà innescato su ami di generose dimensioni e filo anche grosso.
Altre esche
Dicevamo della caratteristica dell’orata di nutrirsi un po’ di tutto e non meraviglierà che ad esempio alcuni anni fa, in Corsica, sia capitato che orate medie gradissero molto la cordella in estate.
Sulle coste della Sardegna sud occidentale viene utilizzata quale esca la membrana pre-viscerale dell’oloturia e tale esca è efficace ovunque.
Grosse orate a surf sono state catturate innescando bibi, fasolari, cannolicchi, murice, calamari e in condizioni intermedie ha funzionato alla grande il muriddu.
La terminalistica
Trattandosi di una pesca che ricerca pesci di generose dimensioni, converrà adottare travi armati di un solo bracciolo.
Poiché spesso la ricerca dell’orata, sia a mare calmo che mosso, avverrà prevalentemente ma non solo di giorno, converrà adottare travi e terminali a bassissima visibilità, quindi possibilmente in fluorocarbonio.
Sono essenzialmente quattro i tipi di travi adottati:
- Trave con piombo scorrevole, lungo possibilmente un poco più del bracciolo stesso.
- Trave con bracciolo ad attacco fisso nei pressi del piombo.
- Trave con piombo fisso e terminale con attacco alto.
- Cosiddetto travetto sia esso metallico che in nylon. Il travetto non va mai unito a shock leader in multifibra
La componentistica dovrà essere improntata alla massima qualità e robustezza per evitare la banale perdita di un bel pesce a causa di minuteria di scarsa qualità.
In caso di mare calmissimo, un piccolo corpo attirante sul terminale potrà dare qualche piccola chance in più.
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Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.