Abbiamo provato uno dei nuovi RIB da pesca MASTER. Il nome 699 Fishing però non deve confondere, in quanto pur essendo tecnico, offre soluzioni che ben si adattano anche all’impiego con famiglia al seguito.
• Luciano Pau
Era febbraio, al Pescare Show di Vicenza, il COVID si stava affacciando prepotentemente nelle nostre vite, private e lavorative, ma ancora non immaginavamo ciò che sarebbe accaduto. Noi eravamo li’ per divertirci, per coltivare le nostre passioni che, per alcuni erano puramente di tipo nautico, per altri sia nautico che alieutico, trattandosi di un Salone dedicato alla pesca ed alla nautica. Nel padiglione principale c’era anche MASTER, un cantiere storico per la gommonautica italiana. Erano gli anni ’70 quando Pietro Gargiulo e sua moglie Maria cominciarono a lavorare nel settore, come terzisti, per poi arrivare alla decisione, nel 1983, di dare vita ad un marchio loro (MASTER). Tutto questo avveniva a Segrate, Milano, in tempi in cui la nautica stava vivendo il suo momento di gloria assoluto e migliore, di espansione, di nuovi progetti e di tanta voglia di fare. Poi con il passare degli anni il richiamo della sua natia terra fu più forte, e così Pietro, Maria con i figli Annalisa e Michele al seguito decise di tornare a Palermo ove continuare a coltivare la sua passione ed il suo lavoro ma, questa volta anche in riva al suo mare. Purtroppo il capostipite Pietro Gargiulo non c’è più al timone aziendale, ma ha lasciato questa realtà ormai consolidata a livello nazionale ed internazionale in buone mani, e queste mani sono quelle di Annalisa Gargiulo, che da sempre amante del mare e dei gommoni con tanto amore e cura progettati e costruiti da papà, sta portando avanti alla grande il sogno di famiglia. Tra gli oltre 60 modelli attualmente in produzione, da alcuni anni a questa parte è anche arrivata la serie Fishing. Papà Pietro era un pescatore ed Annalisa spesso lo accompagnava nelle sue uscite in mare quando il tempo a disposizione glielo permetteva. Così, proprio mentre alcuni pregiudizi sui “gommoni per la pesca” venivano finalmente sfatati, Annalisa ha preso la palla al balzo ed ha pensato che con il supporto tecnico di un pescatore professionista, avrebbe potuto dar vita ad un prodotto studiato ad “hoc” per gli anglers, per coloro che pescano dalla barca (in questo caso dal gommone), indipendentemente da quale fosse la specialità praticata (bolentino, vertical, spinning, traina o drifting). Il primo progetto a vedere la luce del sole fu il 699 Fishing, seguito poi dal 775 Fishing (l’attuale ammiraglia della serie), dal 630 Fishing e dal 540 Fishing. Ed è proprio il capostipite di questa serie (699 Fishing) che quest’anno è stato oggetto di restyling, al fine di configurarlo ed uniformarlo al resto della gamma, apportando alcune modifiche tecniche sperimentate ad esempio sul 775 Fishing. Il nuovo modello è stato esposto per la prima volta come dicevamo a terra al Pescare Show 2020 ma, ahimè, come tutti sappiamo, poi il lockdown ha bloccato tutto. Per provarlo in acqua quindi abbiamo dovuto attendere il Salone Internazionale Nautico di Genova conclusosi qualche settimana fa. Il battello faceva proprio qui il suo esordio “in acqua” e noi non abbiamo potuto rinunciare a provarlo…. Ecco il nostro report.
Si tratta di un RIB che misura fuoritutto una lunghezza di 6,90 metri, che però diventano 7,45 metri con le plancette poppiere montate di serie la cui sagoma esula dall’estremità dei tubolari. Questi hanno diametro di 57 centimetri e sono realizzati impiegando del tessuto gommato Orca da 1670 dtex e sei valvole a basso profilo per il gonfiaggio separato di altrettanti compartimenti. I tubolari sono ancorati alle selle di vetroresina sia esternamente che internamente, il che previene l’ingresso di sporcizia e conseguente usura tra le parti. Superiormente a prua adottano le manigliette tientibene realizzate in tessuto gommato e lateralmente bottacci in gomma e maniglioni di spostamento. Sia l’area prodiera che quella poppiera sono caratterizzate da un’importante presenza di vetroresina, ben armonizzata con i tubolari. A prua spicca l’ampia plancetta trapezoidale che ingloba lo scorrisagola esterno coadiuvato da una bitta montata trasversale per dar volta al calumo di ancoraggio, un piccolo schienale posto in verticale, un gavoncino per calumo ed ancora sormontabile con un cuscino e due anelloni di alaggio.
Questa plancia sormonta in parte i tubolari che però restano a vista. Posteriormente invece l’altra importante presenza di vetroresina che avvolge i tubolari ha principalmente lo scopo di favorire l’installazione di portacanne a staffa o ad incasso come a fianco del motore e bitte ed aumenta la vivibilità interna del pozzetto. La configurazione di coperta miscela bene le necessità di una clientela che pesca, ad una mista, ossia che usa il battello per praticare lo sport alieutico ma anche con la famiglia o gli amici. Pertanto a prua è prevista un’area rialzata composta da due gavoni e sormontabile con cuscini che formano un prendisole permanente. Tale cuscineria si estende sino alla console di guida la quale, anteriormente, dispone di un portellone ribaltabile per accedere ad impianti in console ed alle batterie di alimentazione. Per recarsi a poppa si passa indifferentemente da entrambi i lati della postazione di guida. Il pozzetto è molto ampio, e soprattutto libero, anche perchè il divano disposto a baglio è abbattibile a murata e quindi quando si pesca si evita di averlo tra i piedi. Viceversa quando serve basta aprire gli steli piegati a riposo sotto il sedile stesso, infilarli in bicchierini a pagliolo, et voilà! Gli ombrinali sono orizzontali, a filo pagliolo e garantiscono uno svuotamento totale delle acque reflue, mentre sulle murate rigide ci sono anche due tasche per riporre piccoli oggetti. Il divanetto biposto per la guida ingloba la vasca per il vivo da 140 litri. Per accedervi basta ribaltare in avanti il divanetto stesso e sollevare il coperchio che funge altrimenti anche da tagliere. Il contenuto della vasca è invece controllabile dall’esterno senza aprire nulla, attraverso una finestra che si affaccia in pozzetto. L’interno della vasca è colorato in azzurro, un colore che dona tranquillità al “vivo” in essa contenuto. Il divano chiuso, posteriormente dispone anche di un corrimano cui ci si può tenere durante la navigazione o gli spostamenti. Il Bimini Top, fornito di serie, oltre a sormontare l’area di pilotaggio e proteggere dai raggi solari, diventa supporto anche per luci, portacanne supplementari ed antenne, mentre i suoi steli a supporto diventano ottimi punti di presa per l’equipaggio. La console è proporzionata e studiata per offrire la possibilità d’incastonare la strumentazione di bordo, compresi display generosi come misura, strumenti e comandi motore ma, nel contempo, garantisce passaggio ai lati. La ruota di governo è centrale e dotata di timoneria idraulica di serie, e chi sta sul divanetto è protetto da un parabrezza in acrilato trasparente che non toglie profondità di campo. Il colore dei tubolari del battello provato era Military Grey, ma la colorazione non è un problema. Basta entrare nel sito www.mastergommoni.it e configurare a video il proprio battello in svariate soluzioni, che riguardano sia i tubolari (bianco, Military Grey, Antracite Grey, Grigio Nettuno, Grigio Artico e Nero), cui si possono poi abbinare cuscini, gelcoat, bottaccio, maniglie, rifiniture e perfino il tendalino e la struttura del Bimini Top in varie nuance. Pochi gli optional, in quanto è praticamente tutto di serie, fatta eccezione della chiusura invernale del Bimini top, del tendalino parasole per la prua, del WC e dell’eventuale foro in carena per l’installazione di trasduttori da 1 kw.
In acqua
E’ una giornata di sole anche se molte nuvole, ancora lontane, fanno presagire quanto le previsioni danno per scontato, ossia che sta arrivando una forte perturbazione sulla Liguria. Ed in effetti ho fatto appena in tempo ad effettuare il test perchè dal giorno successivo sono state stoppate le uscite in mare per motivi di sicurezza. Salgo a bordo del MASTER 699 Fishing motorizzato con un esacilindrico Mercury Four Stroke da 225 cavalli, una potenza che non è quella massima di omologazione, ma di 25 cavalli nominali inferiore. Siamo in due a bordo al momento del test, ed a livello di carburante imbarchiamo circa 160 litri su 210 caricabili. Usciamo dal porto lentamente, ma già si capisce che le onde in aumento ci creeranno qualche problema, in particolare agli alti regimi di giri, quando per saggiare le prestazioni massime dovremmo (ed uso volutamente il condizionale) alzare il trim e toccare il top dei giri motore. Ci mettiamo con le onde al traverso in modo da navigare nel cavo dell’onda stessa. Si sale e si scende, è vero, però riusciamo a mantenere una certa andatura, cosa che con il mare in prua invece verrebbe pregiudicata dai continui “apri e chiudi” con la manetta del gas onde evitare pericolosi decolli. Il battello, che a vuoto fa registrare un peso inferiore ai 900 chilogrammi e che così carico supera di poco la tonnellata, si dimostra agile e risponde prontamente ai comandi. Il motore, dal par suo, potente e brioso, consente di entrare in planata in una manciata di secondi, ma soprattutto, unito alla portanza del battello, di mantenere questo assetto a bassi regimi di giri (2.500 rpm per l’esattezza), ad una velocità di 12 nodi circa. Fino a 4.000 giri, che raggiungiamo progressivamente aggiungendo 500 giri per volta, otteniamo dal battello il risultato che ci aspettiamo. E’ pronto a rispondere “presente” alle chiamate del motore, è confortevole sulle creste delle onde che via via si fanno sempre più fastidiose, e risponde bene ai comandi gestiti da ruota di governo e monoleva. A questo regime di giri scivoliamo sul pelo dell’acqua (il trim è totalmente neutro) a 28 nodi, con consumi che toccano la soglia massima di 34 litri/ora. Presumiamo che con mare calmo questa possa essere considerata tranquillamente un’andatura da crociera veloce. Non arrivano schizzi a bordo nonostante la brezza in aumento ci arrivi al traverso e la nostra posizione di guida è ben salda, dettata da un corretto posizionamento del sedile di guida che permette di condurre sia seduti che in piedi, in questo caso sfruttando anche la presenza di un cuscino ammortizzatore sotto i piedi.
Ma il nostro test prosegue ovviamente oltre i 4.000 giri. Approcciamo i 4.500 rpm con una certa attenzione, perchè il mare aumenta e, pur ridossandoci il più possibile sotto costa, arrivando il vento dal mare non c’è protezione che regga. Il Gps segna la velocità di 34 nodi, che si accompagna ad un consumo litri/ora di 41. Ancora un colpo all’acceleratore e siamo a 5.000 giri con una velocità toccata di 37 nodi e consumi di 51 litri/ora. Il pilotaggio in queste condizioni di mare comincia a richiedere una certa esperienza, con continui adeguamenti della velocità accompagnati da correzioni di traiettoria con il volante, in particolare quando si passa sopra la cresta dell’onda e si entra per una frazione di secondo nel cavo per trovarsi nuovamente sulla cresta dell’onda successiva. In compenso, anche così, nessuno schizzo d’acqua. C’è tra l’altro da considerare che a prua siamo totalmente scarichi. Non abbiamo ne’ catena, ne’ tantomeno il classico serbatoio dell’acqua che aiuta a compensare i carichi. Quindi l’assetto è al 100% naturale, e continuiamo a mantenere il motore tutto sotto. In teoria dovremmo raggiungere il massimo dei giri erogabili dal Four Stroke (6.000 rpm) e ci proviamo, ma per ottenere questo dobbiamo forzatamente lavorare un po’ sul trim. Lo portiamo a tacca 2, scaricando un po’ la carena dagli attriti e di conseguenza alleggerendo la prua. Aumentiamo la nostra presa sui supporti del Bimini Top e via, con un’accelerata ulteriore che ci fa apprezzare la brillantezza del motore e la pronta risposta del battello. Arriviamo a toccare i 41 nodi con un consumo di 60 litri ora. Ci restano ancora 500 giri da incrementare per toccare la soglia desiderata, la voglia di provarci è tanta ma credetemi, il mare comincia ad essere veramente impegnativo e rischiare di farci male o di danneggiare il battello, il motore o entrambi non rientra nei miei desideri. Riduciamo quindi il gas e mentre rientriamo in porto faccio le mie considerazioni: in primis che comunque 41 nodi con ancora 500 giri e gradi di trim a disposizione da sfruttare sono tanti, e poi che comunque per gli smanettoni c’è sempre la possibilità di optare per un 250 cavalli toccando così la portata massima anche se, dal mio punto di vista, non lo trovo necessario. Quello che è interessante, in ogni caso, sono i consumi, perchè a 41 nodi consumare appena 60 litri ogni ora vuol dire garantirsi a tale velocità (tra l’altro impossibile da tenere per un tot di tempo consecutivamente) un’autonomia di più di tre ore, che diventano 4 se non addirittura 5 scendendo di appena 500 o 1.000 giri. Ora manca il test in pesca, ma non mancherà sicuramente l’occasione….
Le caratteristiche tecniche
Categoria do progettazione CE | C |
Lunghezza f.t. con plancette di poppa | m. 7,45 |
Lunghezza interna | m. 6,75 |
Larghezza f.t.: | m. 2,74 |
Larghezza interna | m. 1,75 |
Diametro tubolari | m. 0,57 |
Compartimenti stagni | n. 6 |
Peso senza motori | kg.850 |
Potenza max installabile | 250 hp (1 x 184 Kw) FB |
Carburante di serie | litri 210 |
Acqua di serie | litri 70 |
Portata persone | n.12 |
Motorizzazione prova | 1 x 225 Mercury Four Stroke – elica Revolution4 17” |
Costruttore | Cantiere |
Prezzo di listino (I.V.A. esclusa): | € 39.000 |
Rilevamenti
Giri | Nodi | Consumi orari totali |
1000 | 3,9 | 4,3 |
1.500 | 5,6 | 7 |
2.000 | 7,5 | 11,5 |
2.500 | 12 | 15 limite planata |
3.000 | 18 | 18,3 |
3.500 | 23 | 27 |
4.000 | 28 | 34 |
4.500 | 34 | 41 |
5.000 | 37 | 51 |
5.500 | 41 | 60 trim al 20% |
Condizioni generali di prova
Meteo: brezza lieve, mare formato, sole
Carichi: 2 persone, dotazioni di bordo, 160 litri di carburante
- Velocità minima in planata 12 nodi
- Velocità di crociera economica 23 nodi
- Velocità di crociera veloce 28 nodi
- Velocità massima raggiunta 41 nodi
Produttore
Master Gommoni
S.S. 113 Est n. 100
90044 – Carini (PA)
Tel. e Fax +39 091/8691592
www.mastergommoni.it
info@mastergommoni.it