Quanto sono importanti i vari colori nella pesca? Cerchiamo di capire qualche cosa di più in merito.
• Redazione
Per chi pratica la subacquea, la perdita di taluni colori in base alle profondità è un fatto piuttosto noto. In effetti la luce attraversa l’acqua consentendo di vedere i colori più o meno come li vediamo all’esterno, con un po’ di brillantezza in meno causato dall’assorbimento causato proprio dall’elemento liquido. Man mano che si scende in profondità però, e che quindi la luce viene maggiormente assorbita, i colori perdono via via in brillantezza fino a scomparire. Il primo colore che tende ad affievolirsi per poi sparire è il colore rosso. Superati i 5 metri di profondità sarà difficile riconoscere l’intensità a noi nota del “rosso” che in un primo tempo apparirà sbiadito fino a diventare scuro. A seguire si perderà il colore arancio, poi il giallo, poi ancora il verde ed infine, ultimo il blu. Ora questa legge della natura si traduce durante la pesca in un elemento a favore o sfavore a seconda di quanto lo si conosca nei dettagli. I pesci sembra che in effetti riconoscano i colori, magari non nel modo che interpretiamo noi questa cosa, visto che il nostro cervello è molto più sviluppato e riesce a tradurre in modo più preciso ogni piccolo segnale luminoso che proviene dagli occhi, ma comunque sono in grado di distinguere le cromie e, tra l’altro, vedono meglio da lontano che da vicino. Questo fattore diventa pertanto importante quando si pensa di impiegare determinate esche artificiali, perchè il colore va scelto in base alla profondità in cui si vuole pescare, ma anche alle particolari condizioni di luce della giornata o della torbidezza dell’acqua. Ad acque ferme e limpide infatti si possono percepire meglio i dettagli di un artificiale ma, con mare mosso, sospensione o giornata nuvolosa che riduce la luce, tutto può diventare più complicato. E’ per questa ragione che vengono prodotti artificiali nelle più svariate colorazioni, ed a volte luminescenti. Si va da colori dai toni scuri a quelli decisamente accesi, da quelli che presentano sfumature progressive a quelle più decise. Ad esempio i colori più scuri (blu e nero), diversamente da quanto si potrebbe pensare, sono più adatti per fondali profondi, in quanto il colore che rimane più a lungo, come già detto, è appunto il blu.
Nero e blu sono inoltre anche ben visibili in acque torbide, o durante una giornata nuvolosa, o di sera o di mattina presto quando il sole non è ancora sorto. Il rosso invece, proprio per il motivo che è il primo colore a sparire in profondità, va bene quasi esclusivamente se impiegato in acque poco profonde. Gli artificiali gialli dal canto loro vanno bene se impiegati nelle basse profondità e fino intorno ai 30/35 metri, quando poi il colore tende a scomparire, ma è una cromia che può anche essere usata in giornate poco luminose. Gli artificiali di colore verde infine vanno bene con acqua poco limpida o in fondali oltre i 50 metri. Detto questo è facile capire quanto sia importante potersi creare un kit di artificiali il più possibile variegato, non solo per ciò che concerne tipologia e pesi, ma anche di colori. Ciò consentirà d’intervenire nell’arco della giornata adeguandosi ai vari e possibili cambi di luce. Al riguardo degli artificiali che riproducono forme e colori dei pesci locali invece, è bene usarli in condizione di luce normale, acque trasparenti ed a basse profondità. Il loro movimento in acqua poi, studiato per essere uguale a quello dei loro “modelli veri”, può confondere i predatori e portare ad ottimi risultati. In conclusione, più armi a disposizione si hanno, maggiori possibilità di portare a termine positivamente una giornata di pesca ci sono, poi quali siano le armi che avranno determinato la vittoria alla fine poco importa…