Forio, territorio dell’isola d’Ischia, ha la maggiore estensione tra i comuni isolani.
• Mimmo Marfè
Le spiagge de La Chiaia e di Citara sono comprese nel comune insieme a quella ridottasi di molto di san Francesco. Subito prima di Citara ancora una bella spiaggia, quella di Cava dell’isola e la parte dell’omonimo lido detta la Citerea. Poi scogliere a picco su profonde batimetriche sul promontorio di punta Caruso e la scogliera di Zaro. Un ambiente vario e ricco di opportunità al punto che risulta talvolta imbarazzante decidere quale pesca praticare.
Le spiagge
Il pesce non manca ma bisogna essere molto selettivi circa periodi e condizioni.
San Francesco: piccola e stretta con scogliere sommerse a corta distanza. Il pesce c’è, principalmente saraghi e occhiate ma proprio per la vicinanza sul fondo delle rocce è consigliabile pescare a corta distanza e a mare campo con piombature contenute.
La Chiaia
Lunga e in alcuni punti anche bella larga, accessibilità fantastica ma con scogliere davanti alla linea di costa. Non che il pesce non ci sia, ma il lancio deve essere sempre controllato e cercare quei punti dove i giochi di corrente tra gli ampi varchi delle scogliere creano qualche buca più profonda. Mormore, saraghi (piccoli a mare calmo), qualche orata tra i varchi e in inverno con il mosso anche qualche spigola. Non troppo rara la cattura di gallinelle anche di discreta taglia.
Cava
Spiaggia posta alla fine dell’abitato di Forio procedendo verso Citara. Un po’ faticoso l’arrivo (o peggio il ritorno) in spiaggia. Profonda quanto basta e con rocce ben presenti ai due lati. Potendo osservare i due alti troveremo roccia ricca di cozze e spesso orate intente a cibarsene. Queste, quelle grosse, si prendono principalmente in piena estate (ovviamente con divieti in atto) ma fortunatamente quelle grosse si muovono anche di notte. Poi mormore in estate mentre specie in autunno con il mare mosso gira il sarago di taglia ma anche la spigola.
Citara
La prima parte della spiaggia è detta della Citarea, proprio tutto a sinistra a tiro di lancio in acqua c’è roccia con sicuro incaglio, lastroni invece in fondo a destra. Che si pesca? Le mormore ci sono spesso, le occhiate anche, qualche sarago l’abbiamo preso, dicono ci siano anche orate. Per queste ultime però conviene procedere ancora per qualche centinaio di metri: siamo a Citara e a sinistra delle rocce ben visibili in acqua qualche bella orata l’abbiamo beccata …e anche qualche bellissima mormora. Poi occhiate, con il mare che batte qualche sarago e qui la bella spigola di taglia si riesce a catturare. In inverno raccontano di grossi gronghi e poi può veramente capitare di tutto, basta osare.
Un pesce molto presente a Forio è il barracuda, pescando a spinning se ne catturano di grossi ma con minore frequenza è catturabile anche pescando dalla spiaggia.
Nel corredo di esche non dovrà mancare l’arenicola ma qui l’orata apprezza molto il verme di Rimini.
Sull’isola di Ischia ci pesco da tanti anni, Forio tra i luoghi più frequentati, ma solo la lunga permanenza può poi consentire la scoperta di opportunità altrimenti sconosciute. E insieme alla permanenza serve sperimentazione. Luoghi come questi dove a poche centinaia di metri dalla costa si trovano ripide discese del fondo, meritano attenzioni e tentativi anche a vuoto magari, ma l’assenza di risultato non sarà speso per assenza delle prede ma per nostri errori. Un paio di luoghi li ho adocchiati per il rock fishing, quello vero, quello tosto. I mesi autunnali saranno il banco di prova. A presto.
Mimmo Marfè
Giornalista, una vita vissuta in riva al mare. A sette anni le prime esperienze da riva con primordiali cannette in bambù, poi le prime telescopiche in fenolico. In Sardegna a fine anni 70 le prime esperienze dalla spiaggia e le prime catture mirate. La passione abbinata alla continua ricerca porta alla possibilità di poter elaborare modalità di pesca dalla spiaggia in ambito Mediterraneo. Da qui il primo libro “Surf Casting In Mediterraneo” edito come i successivi quattro dalla casa editrice Olimpia. Esperienze condivise sulle pagine del pioneristico Surf Casting Report, poi di Pesca in Mare e per decenni di Pescare Mare. L’approdo all’editoria digitale come naturale evoluzione della comunicazione con la consapevolezza che anche per me c’è sempre possibilità imparare.