Fa parte dell’equipaggiamento di bordo, per legge e per necessità. Ma avete l’ancora giusta per i vostri fondali? Vediamo un po’ alcuni tipi in commercio e loro caratteristiche.
• Luciano Pau
La si trova nei kit di dotazioni di bordo, la si compra a parte in pesi e forme diverse, è l’ancora, più di un semplice attrezzo per tenerci fermi. Ma la domanda è: sapete qual è l’ancora giusta per i fondali che frequentate? Vediamo dunque cosa offre il mercato e quali sono le caratteristiche principali dei modelli in commercio.
Tra le tipologie più comuni in commercio ci sono: La grappino (o a ombrello), la C.Q.R., la Danforth, la Bruce, la Spade, la Ultra. Cominciamo dall’ancora a grappino, o a barre mobili, o ancora ad ombrello. E’ quella più comune, che si trova nei kit di sicurezza, ed ha la caratteristica di occupare poco spazio in quanto si chiude appunto “ad ombrello”. Grazie alle sue 4 marre, durante l’azione si può contare per la loro disposizione naturale, di almeno una, se non addirittura su due di esse operative, che fanno tenuta. Poco costosa va bene su fondali rocciosi anche se si rischiano spesso incattivamenti, ma non sulla sabbia ove fatica a mantenere la sua posizione. Più adatta a fondali morbidi (sabbia o fango) è la C.Q.R., ancora a vomere o ad aratro, cui la forma delle marre assomiglia. In azione, dopo averla calata e messa in tiro, tende a girarsi ed a conficcare appunto la parte “ad aratro” nel fondale morbido, dimostrando una tenuta eccellente. Sulla roccia pura si trova però meno a suo agio. Rispetto a quella ad ombrello richiede una collocazione dedicata a bordo, visto che le marre non sono pieghevoli. La Bruce deriva dalla C.Q.R. e fa parte delle “ancore a cucchiaio”.
Ha fuso fisso, è molto leggera, polivalente per ciò che riguarda i fondali in cui opera ma in pratica risulta avere una tenuta inferiore alla sua simile. Va comunque bene sulla sabbia e sulla roccia si difende. E’ importante calcolare il giusto peso onde ottenere il massimo prestazionale dalle sue caratteristiche. Necessita di spazi adeguati per essere ricoverata perché anch’essa non ha marre pieghevoli sul suo fuso. L’ancora Ultra è una recente modello di ancora che fa parte della famiglia di “ancore a tenuta dinamica”, che fanno si che più il calumo va in tiro più essa si adatta ed ottimizza le sue prestazioni in fatto di tenuta. E’ autoraddrizzante, adatta sia a fondali morbidi che rocciosi, sopporta rotazioni dell’imbarcazione di 360° senza mai perdere la presa con il fondale ed è facile da spedare. La Danforth è un’ancora molto conosciuta e spesso imitata, con marre lunghe ed appuntite, particolarmente apprezzata per la sua grande presa sui fondali sabbiosi o morbidi. Proprio le sue marre e la loro forma le consentono di ruotare sul fusto e di operare al meglio su fondali di sabbia o fango ma, in caso di fondale roccioso, c’è rischio di piegatura e rottura delle marre, con conseguente perdita di tenuta. Richiede un peso contenuto a parità di stazza dell’imbarcazione se messa in concorrenza con altre ancore, ma un suo contro è dettato dal prezzo e dalla forma stessa, che richiede un po’ di attenzione a bordo. Un’altra ancora piuttosto recente è la Spade, dal design francese. E’ un’ancora con baricentro basso, che si adatta velocemente e facilmente al fondale su cui opera grazie al peso concentrato sulla punta dalla forma penetrante. Inoltre non ha funzionamento ciclico, nel senso che non si speda e riaggancia in continuazione in base alle correnti o al giro di vento come spesso avviene per le altre ancore. Rimane nel suo punto, semisommersa ed offre la massima tenuta. E’ in acciaio ad alta resistenza ed è facile da spedare e salpare, basta portarsi sulla perpendicolare dell’ancora stessa. Le prossime volte parleremo di calumo, di come sia corretto ancorarsi e dei vari tipi di fondali.