La meta del nostro viaggio fa parte dell’arcipelago di Cabo Verde nell’Oceano Atlantico ad ovest dell’Africa settentrionale. Clima caldo tutto l’anno, panorami a tinte forti, gente cordiale ed un mare ricchissimo di pesce…

• Luciano Pau – Foto Gianluca Zambernardi

Una meta di viaggio fruibile tutto l’anno, grazie al clima caldo e secco, è Cabo Verde (in portoghese), o Capo Verde, un arcipelago che dista circa 500 chilometri dalle coste del Senegal, in pieno Oceano Atlantico. Scoperte nel 1456 e per anni meta di transito per i trafficanti di schiavi africani, queste isole vennero descritte anche da Cristoforo Colombo che, nel 1498 le definì come “isole aride, senza alcun che di verde…”, popolate solo da capre selvatiche, grandi testuggini e da abitanti affetti dalla lebbra. E’ un arcipelago che con i suoi 4.033 Km2 fa parte della Macaronesia, includente anche le Azzorre, Madera, le Canarie e le Selvagge, e le sue acque sono particolarmente apprezzate dai turisti di tutto il mondo per la temperatura che oscilla tra i 22° ed i 29° a seconda del periodo. Conta una popolazione residente intorno alle 500.000/550.000 unità, ma molti di più sono quelli che nel tempo hanno deciso di abbandonare la loro terra natia per emigrare. E’ una meta facilmente raggiungibile, vista la nascita di diversi aeroporti che svolgono regolare servizio di linea, tra cui uno a Boa Vista nel 2007. Ci sono porti importanti con installazioni portuali ed una buona rete stradale (3.050 km circa) che consentono anche di girarla in modo autonomo alla scoperta di spiagge e luoghi incontaminati. La nascita negli ultimi anni di strutture alberghiere e residences, hanno portato i posti letto sull’isola di Boa Vista ad oltre 8.500 unità, mentre sull’Isola di Sal ne sono disponibili quasi 15.000, lasciando ben sperare anche per il futuro.

Perché visitare Capo Verde ed in particolare Boa Vista? Intanto, come abbiamo già detto, per un clima favorevole tutto l’anno, così come per le acque calde e lussureggianti, ma anche per un popolo sempre allegro e disponibile. Insomma una vacanza da vivere minuto per minuto e chilometro per chilometro. Se poi si è amanti della pesca, Boa Vista rappresenta un vero e proprio paradiso per la varietà di specie ittiche che qui vivono. Scegliere Boa Vista significa optare per una bella vacanza che unisca la pesca al turismo ed al relax, con o senza famiglia al seguito. Ognuno dei partecipanti avrà modo di trovare i suoi spazi ed i suoi divertimenti. Ancora una volta ci siamo fatti accompagnare da Zambofishing alla scoperta di queste terre e di queste acque, che costituiscono una delle mete di questo charter specializzato nei tour esteri.

Le prede insidiabili

Boa Vista è un vero paradiso terrestre per chi ama la pesca d’altura. Le prede sono veramente numerose e di diverse specie. Le più ambite e frequenti da catturare sono solitamente i blu marlin, gli immancabili wahoo, gli yellowfin tuna, le ricciole, le cernie, i rainbow runner anche detti salmoni atlantici, i pesci vela, i bonito, i giant trevally, i black jack ed i dorado. La traina d’altura rivolge le proprie attenzioni ai wahoo, ai marlin, ai tonni ed ai pesci vela. Con la tecnica del vertical jigging invece si andranno ad insidiare le ricciole, le cernie, le african pompano o pesce plata, i rainbow runner. Ma non mancano carpe rouge ed anche giant trevally. E’ inutile sottolineare il fatto che i pesci che chiunque si auspica di poter affrontare almeno una volta nella vita siano ovviamente i blue marlin ed i pesci vela, sicuramente tra le prede più difficili ma, nel contempo divertenti da catturare se si ha la fortuna di averli in combattimento sulla canna. La velocità, la scaltrezza e la tenacia dimostrata da un pesce vela, così come dal blu marlin fanno passare in secondo piano le cosiddette “catture minori”, anche se è uno sbaglio perché la soddisfazione che si prova nell’allamare un altrettanto combattivo wahoo, ad esempio, o una cernia a jigging, o un yellow tuna, soprattutto di taglia considerevole, sono tutt’altro che da sottovalutare.

Hot Spot a Boa Vista

Gli spot che sono da frequentare durante una vacanza di pesca a Boa Vista sono complessivamente quattro o cinque, di cui la maggior parte si trova a sud dell’isola. Uno di questi hot spot è João Valente, un reef fra le isole di Boa Vista e Maio, a 35 miglia sud est dell’isola principale il cui punto più basso si trova a circa 100 metri rispetto al livello del mare. Qui la barriera è parzialmente visibile durante la bassa marea. Inizialmente si trattava di un’isola poi, un innalzamento del livello del mare ha fatto sì che venisse sommersa e diventasse una barriera corallina. Un altro punto molto interessante e pescoso si trova invece ad ovest, a 25 miglia dalla costa e si chiama Jolino Boat. Spesso battuta dai charter per la ricchezza dei suoi fondali è anche la cosiddetta Zona Tuareg2, che dista circa 20 miglia dalla costa. Invece quella che lascia i migliori ricordi è in assoluto quella denominata Rio de Janeiro, dove le prede più importanti sembra abbiano trovato il loro habitat più congeniale.

Tecniche di pesca

Tra le tecniche di pesca più praticate sono da ricordare: la pesca d’altura ai blue marlin, la traina, il vertical jigging ed il popping. La traina d’altura viene solitamente effettuata alle prime luci dell’alba e si parte dal presupposto di dedicare a questa disciplina almeno tre ore di pesca. Con la traina si punta a cercare nel loro ambiente i grandi wahoo, tonnetti, dorado, pesci vela e, se capita, anche qualche sporadico marlin. E’ anche l’occasione per scandagliare il fondale con l’eco, allo scopo di trovare hot spot che verranno poi utilizzati successivamente per la tecnica del jigging. Non è così inusuale calare le lenze e di lì a poco aver a che fare con degli strike anche importanti. Si possono portare a pagliolo in breve tempo degli splendidi wahoo, così come dei tonni yellow fin. Quando dopo un po’ si passa al vertical jigging si cambia ovviamente attrezzatura e si dedicano a questa tecnica altre tre ore circa. Anche con il vertical si possono insidiare e catturare prede importanti come ricciole, tonni, cernie, rainbow runner ed anche vela, anche se tale tipo di cattura con la tecnica del vertical è decisamente meno frequente ed usuale oltre che meno facile da portare a termine. Infatti non è raro che, se pur allamato, il vela salti fuori dall’acqua liberandosi in un batter d’occhio dell’artificiale.

Le attrezzature

Alberto Knot, uno dei modi più sicuri per collegare tra loro fili di diverso diametro e materiale

Considerando che le tecniche di pesca che qui vanno per la maggiore sono la traina d’altura ed il vertical jigging, le attrezzature saranno ovviamente adeguate alle esigenze di queste discipline. Pertanto per quanto concerne la traina d’altura vengono usate canne carrucolate da 30 libbre, equipaggiate con mulinelli adeguati (30 libbre Alutecnos). In quanto alle esche vengono impiegati artificiali come classici Rapala, Yo-Zuri, piume di superficie e kona, il tutto ovviamente armato con cavetti di acciaio perché i denti dei predatori non perdonano e sono in grado di tranciare di netto qualsiasi altro filo, anche tra i più robusti. Nella pratica del vertical jigging, invece, sono state usate delle canne specifiche della Alutecnos, della Yamashita Maria Steady, abbinate a mulinelli Shimano Stella e Twin Power nella misura 14.000. Le trecce imbobinate sono dello 0,42 da 100 libbre, mentre i terminali tengono 110 libbre; a questi si abbinano jig il cui peso oscilla tra i 200 ed i 400 grammi ed il motivo di questo peso è legato al fatto che qui c’è sempre vento e molta corrente. Nel vertical vengono usati artificiali come lo Yamashita Maria Blue Flame Benthon ed altri modelli di tipo long che aiutano a tagliare meglio l’acqua. Treccia da 330 libbre Varivas ed ami del 13/0.

Guida al viaggio

Abbiamo già avuto modo di accennare che il clima in questo arcipelago è caldo e secco praticamente tutto l’anno, con piogge molto rare e venti che mitigano lievemente le temperature. Considerate che meteorologicamente parlando i giorni di pioggia più numerosi sono solitamente a settembre, e non superano gli otto giorni/mese al massimo, mentre per la stragrande maggioranza degli altri mesi i giorni di pioggia vanno da uno a tre. Le temperature medie sono comunque alte con minime che non scendono mai al di sotto dei 18/19 gradi nei mesi più freddi (gennaio, febbraio e marzo), che normalmente fanno registrare temperature medie intorno ai 21/22°, mentre le massime vanno dai 24° nei periodi più freschi ai 29/30° costanti negli altri mesi. Insomma, un clima decisamente gradevole. I venti sono forti,ma non fortissimi, la cui velocità va dai 28/30 km/h dei mesi di gennaio, febbraio e marzo per ridurre la loro potenza a 18/19 km/h nel mese di settembre.

Il periodo ideale per una vacanza improntata sulla pesca e sul relax è sicuramente novembre, quando nel nostro Paese sta per cominciare l’inverno mentre a Boa Vista si hanno temperature minime di 22° e massime di 27° con scarsissima possibilità di pioggia (al massimo può capitare un giorno nel mese).

Come dicevamo le isole di Capo Verde sono complessivamente dieci e si suddividono in isole sopravvento e sottovento. Quelle sopravvento sono quelle situate a nord, caratterizzate da un clima prettamente desertico con pochi alberi, mentre quelle di sottovento sono situate a sud, meno esposte ai venti e pertanto più soggette alle piogge, anche se di bassissima entità e durata.

Capo Verde è stato più volte colpito da siccità e fame, compreso il periodo in cui venne a decadere il commercio di schiavi e che coincise con una grande emigrazione verso gli Stati Uniti. Nel 1975 Capo Verde ottiene l’indipendenza dal Portogallo e diventa una Repubblica Parlamentare, nel 1991 si tengono le prime elezioni e vince il nuovo partito MdP, che resterà al potere sino al 2001. Un decennio che coincide tra l’altro con una privatizzazione selvaggia di numerose imprese nazionali. Nel biennio 1995/1997 intanto il Paese deve affrontare una pesantissima epidemia di colera che uccide 250 persone e nel 1997 la siccità distrugge più dell’80% dei raccolti, una siccità che nel 2002 costringerà Capo Verde a chiedere l’intervento dell’ONU per il World Food Programme.

Le dieci isole sono: Santo Antåo, Såo Vicente, Santa Luzia, Såo Nicolau, Ilha do Sal e Boa Vista per ciò che concerne le isole sopravvento, mentre quelle più a sud sono: Maio, Santiago con la capitale Praia, Fogo e Brava. Su queste terre si sono miscelate nel tempo  etnie di vario genere. Ci sono sia quelle di origine africana (Fula, Balanta e Mandinga per esempio) che europea, tra cui italiani (genovesi e veneziani), portoghesi, spagnoli ed inglesi. La loro coesistenza ha dato così origine ad una razza creola tipica di Capo Verde. Il 90% della popolazione professa religione cattolica, ci sono comunità protestanti, buddiste e musulmane, mentre la lingua ufficiale è il portoghese, anche se si usa molto anche il creolo capoverdiano che deriva dal portoghese. Il creolo assume comunque slang diversi a seconda delle isole anche se si sta cercando di arrivare ad un’unificazione.

L’economia punta molto sulla pesca – essendo disponibile una grande riserva di tonni, aragoste e blue marlin -, sul turismo che ha incrementato molto il PIL negli ultimi anni e sull’agricoltura, che si basa su prodotti come il mais, i fagioli, la canna da zucchero, le arachidi e il caffè. Nonostante l’aridità di alcune di queste isole, in particolare di quelle a nord, sono presenti diverse specie endemiche, tra gli uccelli il rondone di Capo Verde e l’airone di Capo Verde, o tra i rettili il geco gigante di Capo Verde.

Boa Vista è la terza isola dell’Arcipelago, misurando circa 31 km da nord a sud e 29 km da ovest a est. Ha fondamentalmente caratteristiche desertiche e sono due le aree più evidenti: il Deserto de Viana ed il Deserto de Santo Tirso, mentre a livello di altezza il punto più alto è rappresentato dal Monte Estância, poco meno di 400 metri. L’apertura dell’aeroporto, nel 2007, ha portato ad un grande incremento del turismo ed è cresciuta anche la popolazione che ammonta ora a circa 15.000 abitanti. E’ presente un ospedale, il porto, scuole di diversi livelli, chiese, strutture alberghiere e B&B. Le strade asfaltate sono poche e collegano i punti principali, mentre le altre strade sono lastricate. Il fatto che ci sia una vegetazione rarefatta crea comunque uno spettacolo unico, ad esempio è assolutamente da visitare il deserto con la sabbia del Sahara all’interno dell’isola, così come da non perdere è la vista del deserto sul mare. Da vedere per gli amanti del bagno anche la spiaggia naturale di Santa Monica (11 chilometri di sabbia), così come la Riserva delle Tartarughe ove le Caretta caretta vengono a deporre le uova nel periodo tra luglio e settembre. Visibili anche le megattere che tra febbraio e maggio qui vengono a riprodursi. Tanti anche i locali dove soddisfare il palato, nel paesino di Fundo Figureira si trova il ristorante Rencontro, che propone ottimi piatti di cucina capoverdiana tra cui spaghetti all’aragosta, verdure, pollo, maiale, capretto e dell’ottimo gelato bulage, che prevede crema e biscotto. E poi se dopo cena non si ha ancora voglia di andare a dormire la scelta dei locali non manca. Si può bere ascoltando ottima musica a La Piazzetta, al Blu Marlin, al Porto ed in tanti altri ritrovi. Infine, anche la famiglia può trovare giovamento da questa vacanza, essendo organizzabili delle escursioni in catamarano alla ricerca di delfini e tartarughe, oppure il noleggio di quad da lanciare nei deserti oppure ancora, a richiesta, escursioni di pesca notturna allo squalo. Insomma, annoiarsi a Capo Verde è praticamente impossibile

Per info e contatti sulla pesca a Capo Verde, con servizio di charter ed all inclusive:
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