Double Face
Due versioni, con due differenti allestimenti, per due differenti esigenze. Il Cantiere Tuccoli Marine ha presentato in acqua l’ultimo nato del nuovo percorso iniziato nel 2017, il T295 in duplice versione: SF Montecristo da crociera e VM da pesca
• Luciano Pau

Lo avevamo già visto in soluzione “modellino”, chiuso dentro una teca di plexiglass al Salone Nautico di Genova 2024. Poi lo abbiamo rivisto nella sua maestosità, ma sempre in versione statica, a terra, nel padiglione del Pescare Show a Rimini nel mese di febbraio scorso. In questa occasione lo avevamo visitato a bordo, ma mancava la cosa più importante per qualsiasi unità da diporto: “la prova in acqua”. E sì, perché mi piace sottolineare che a terra gli scafi sono più o meno tutti belli, tranne qualche eccezione, ma è in acqua che si capisce la bontà progettuale di uno scafo, perché è l’acqua l’ambiente in cui dovrà navigare e con cui dovrà confrontarsi. Tuccoli Marine è un’azienda che, da quando la nuova proprietà ha preso in mano le redini dello storico cantiere livornese specializzato in fishing boats, ha apportato tecnologia e nuove soluzioni, senza però mai abbandonare la tradizione artigianale che lo ha contraddistinto negli anni e lo contraddistingue tutt’oggi. Abbinando ciò a una nuova verve creativa fornita dall’Ufficio Tecnico Interno fortemente voluto, ci si è avviati verso una produzione che punta su di un nuovo concept. Lo è stato con la serie T250 (SF Capraia e VM), con la T210 (VM e SF Giannutri), e lo è oggi con il modello T295, un fisherman proposto sia in versione cruising (SF Montecristo) che pesca (VM), con il quale Tuccoli fa il salto di qualità passando da una produzione manuale a quella automatizzata, meno soggetta all’errore umano. Questo progetto di evoluzione aziendale è concentrato in un acronimo, TAMT (Tuccoli Advanced Manufacturing Technology), che a sua volta racchiude in sé tanti altri progetti, tutti applicati alle imbarcazioni della nuova generazione. Un cantiere che ha già messo nel mirino nuovi obiettivi e nuove soglie da raggiungere e superare, in un processo evolutivo a largo raggio. Su tutte le nuove versioni Tuccoli Marine ha pensato a una vasta fascia di pubblico, che include i crocieristi, ma anche gli amanti della pesca. Sotto l’acronimo SAV (Sport Activity Vessel) sono concentrate le soluzioni che mettono in risalto alcune prerogative del Cantiere, come il comfort a bordo, le doti di navigazione con qualsiasi condizioni di mare, una velocità di crociera interessante e con bassi consumi, velocità di punta ragguardevoli, la sicurezza e una grande capacità di stivaggio. La versione SF (Sport Family) è quella più crocieristica, la VM più da pesca.
Non per nulla tale sigla altro non è che l’acronimo delle iniziali di Volpi Marco, il pluricampione di pesca da natante che ha sposato il progetto Tuccoli Marine e collabora attivamente alla progettazione delle serie dedicate al mondo dei pescatori. Ovviamente sulla versione SF si dà maggiore importanza al comfort di tutto l’equipaggio, sulla versione VM, agli spazi e alla praticità, pur restando una versione che ben si presta a un uso bivalente (crociera e pesca). Per ottenere ciò si è lavorato su un unico progetto ma su due layout interni, con la possibilità di modulare gli spazi a seconda delle proprie esigenze. Ciò significa che è possibile, post acquisto, adattare una versione all’altra e viceversa, per adeguare lo scafo a un possibile cambio parziale di destinazione d’uso. Il T295 è motorizzabile con fuoribordo fino a 600 cavalli (mono o bi-motore), ed è natante a tutti gli effetti. Ciò deriva dal fatto che misura una lunghezza fuoritutto di 10,30 metri, che risultano però essere 9,14 metri di omologazione, mentre la larghezza fuoritutto è pari a 3,14 metri. È progettato con categoria di omologazione CE B/C e stazza a vuoto poco più di 6 tonnellate, indice di robustezza costruttiva. Su questo modello troviamo concentrate tutte le tecnologie Tuccoli Marine, come la TMD (Tuccoli Modular Deck), una soluzione per abbreviare i tempi di personalizzazione delle coperte grazie a componenti “modulari”. O la TDS (Tuccoli Double Structure), una laminazione accoppiata alla carena per aumentare la robustezza negli impatti e la torsione.
O ancora la TCT (Tuccoli Carbon Technology), ossia l’impiego del carbonio di origine aeronautica per alcune parti dello scafo, in modo da alleggerirlo in alcuni punti senza pregiudicarne la robustezza d’insieme (vedi ad esempio i coperchi dei gavoni o l’Hard Top) o per ottenere una migliore stabilità. Il tutto poi arricchito ancora dalla TSL (Tuccoli SmartLink) che consente, grazie alla collaborazione con Garmin, anche se l’interfaccia è Tuccoli Marine, di ottenere una facile connessione e gestione di tutto il mondo elettronico a bordo. Infine anche il TAP (Tuccoli Audio Performance), un sistema studiato per sfruttare al meglio le intercapedini come “casse acustiche” e migliorare così il suono. Tutto è pensato in modo logico, a cominciare dal colore del gelcoat, un bianco avorio scelto per essere meno penalizzato dal passare degli anni rispetto al classico bianco latte. Fatte queste premesse è però arrivato il momento di salire a bordo e visionare il T295 nei dettagli, mettendo a confronto la versione SF con la VM. Le prue sono identiche, con lo stesso prendisole per due persone sulle tughe, oltre al vano per il calumo dell’ancora, il tutto incorniciato da corrimano perimetrali in acciaio e con due passavanti che accompagnano in pozzetto fiancheggiando l’Hard Top, progettati in parte con carbonio per supportare antenne, luci e, nella versione VM, anche dei portacanne, e dotati di oblò che garantiscono luce diurna e ricircolo di aria. In pozzetto abbiamo aree comuni e speculari su entrambe le versioni, come il portellone di poppa (tuna door), la piattaforma che supporta i motori fuoribordo e le plancette di poppa con le scalette bagno, il gavone dei servizi a pagliolo, quello del serbatoio centrale, le rastrelliere sulle murate e le due sedute poppavia. Poi ci sono le differenze. Intanto nella versione SF a baglio c’è un divano fisso con vasche interne per il vivo o gavoni sottostanti, oltre a portacanne a incasso sulla parte superiore dello schienale. Nella versione VM invece non c’è il divano per ovvie ragioni di spazio, bensì un grande piano abbattibile che funge da tagliere o base di appoggio, con alle spalle due vasche per il vivo più grandi rispetto a quelle della versione SF e munite d’impianto di ricircolo e luce.
La leggerezza dei coperchi lavorati in carbonio ne rende più facile la loro apertura. Nella parte posteriore ci sono 4 portacanne verticali in aggiunta a quelli sui trincarini e sull’Hard-Top. Le due sedute poppavia ai piedi dei gradini di accesso in dinette hanno sottostanti vani adibiti a scopi diversi a seconda della versione. Sulla SF quello di sinistra proravia è un gavone, mentre sulla VM è una vasca per il pescato, mentre quella sul lato opposto cela internamente ampie stive. Più piccola nella versione SF (per i water toys) al fine di per lasciare più centimetri alla cabina ospiti come vedremo dopo, più grande invece nella versione VM, per favorire il ricovero di attrezzature varie, tra cui anche le canne da pesca a riposo su apposite rastrelliere. Ricordiamo che il pozzetto è un’area quasi interamente modulabile in base alle proprie esigenze di vita a bordo e che pertanto, tutto o quasi, è possibile. Dal pozzetto si accede alla dinette sotto all’Hard Top, attraverso due gradini, e qui le aree risultano identiche, anche in altezza, con 190 centimetri a disposizione, comodi anche per persone alte. Le dinette prevedono a sinistra dell’accesso un doppio divano contrapposto con al centro un tavolo apribile. È abbattibile all’occorrenza per incrementare il numero di posti letto. Alla base di uno dei due divani si trova il frigorifero. Sul lato opposto è stato posizionato l’angolo cucina, che prevede il lavello in acciaio con miscelatore e: o due fuochi a gas, oppure in alternativa fuochi a induzione. La poltroncina del pilota ha cuscino parzialmente sollevabile per guidare in piedi. Il driver ha modo di gestire comodamente tutto quanto avendo tutto davanti a sé. In alto su di un ampio cruscotto possono essere incassati due grandi display cartografici multifunzione, poco più in basso troviamo un pannello inclinato per bussola e piccoli apparati, lo stereo, il VHF e gli interruttori. La ruota di governo è differente: più tecnica, in acciaio con pomello sulla versione VM, più elegante e imbottita sulla SF. Infine a destra una piccola penisola ospita i leveraggi dei motori, compreso, se adottato, anche un joystick, mentre in basso c’è il poggiapiedi. Frontalmente un ampio parabrezza offre un’ampia profondità di campo, lateralmente invece, i montanti aperti garantiscono visuale laterale; a richiesta possono essere chiusi con apposite finestrature in PVC. Scendo nell’area notte. Anche qui si ha subito modo di apprezzare l’altezza di 1,90 metri come quella esterna, così come la larghezza di 3,14 metri, indispensabile per rendere più comode le aree notte. Sulla VM spicca una dinette con tavolo centrale, all’occorrenza abbattibile e trasformabile in un grande letto con disposizione classica da 1,60 x 1,90 metri, armadietto con finitura Superior, finestre sul mare con tende oscuranti, locale toilette con doccia e seconda cabina/stiva trasformabile precedentemente menzionata. Sulla SF invece il letto di prua è disposto diagonalmente, al fine di ottenere maggior spazio per una seconda cabina e prevede come per la VM un armadio, finestre con affaccio sull’acqua e il locale toilette separato. Qui la seconda cabina è dedicata agli ospiti, e propone un letto matrimoniale molto confortevole, totalmente separata dall’area stivaggio ed equipaggiata con luci interne.
È previsto a bordo il rivestimento delle parti calpestabili con SeaDek in differenti disegni e colori, morbido al tatto, e l’impiego per le sellerie del Sileather, materiale a base siliconica.
Carena TPH (Tuccoli Progressive Hull), con deadrise poppiero di 18° che cresce verso prua fino a culminare in un angolo di 54/55° all’estremità, al fine di rendere morbido il passaggio sulle onde e ottimizzare i consumi di carburante. Entrambe le versioni sono inoltre già predisposte all’accoglimento di uno stabilizzatore giroscopico Seakeeper, all’installazione di ZipWake e Seakeeper Ride, per migliorare e abbreviare i tempi di planata e controllare il rollio.
Effettuo la prova sulla versione SF, il cui peso senza motori è stimato in oltre 6 tonnellate, cui si devono aggiungere però i pesi dei due fuoribordo a poppa – nel nostro caso una coppia di Suzuki DF300 AP (290 kg cadauno), oltre ad altri 290 litri di carburante, 50 litri di acqua, dotazioni di bordo e 4 persone di equipaggio imbarcate. Mi trovo al porto Cala de’ Medici di Rosignano, la giornata è calda con sole, c’è un po’ di piacevole brezza e il mare si presenta leggermente formato ma non mosso. Sull’imbarcazione sono installati gli ZipWake per un miglior controllo del rollio, un power lift per gestire il sollevamento dei motori e le eliche sono in versione tre pale in acciaio 15” x 21”. Essendo il primo esemplare di T295 in acqua, e essendo sempre difficile azzeccare al primo varo eliche e altezza di montaggio dei fuoribordo sullo specchio di poppa, si è optato per l’installazione del power lift al fine di trovare più facilmente l’altezza corretta di lavoro delle pinne dei fuoribordo. Ovviamente nelle versioni successive questo accessorio sarà sicuramente superfluo. Comincio con i rilevanti di rito. Al minimo dei giri, ossia 650 rpm, la velocità è di 2,7 nodi, mentre l’assetto planato lo si raggiunge a 2.600 giri e 11 nodi. A 3.500 giri navighiamo a 15,6 nodi e, controllando lo strumento in plancia per i consumi, rileviamo che ammontano a 60,6 litri/ora. Ho i trim a 0 e li manterrò tali sino a 4.500 giri, quando riuscirò a raggiungere i 26,2 nodi consumando 103 litri ogni ora. Da qui in poi devo far intervenire i trim, portandoli inizialmente al 52% della loro corsa per ottenere a 5.000 giri 29,8 nodi e, successivamente, addirittura al 90% della loro corsa per toccare i 5.900 giri.
Questi rappresentano il top che sono riuscito a raggiungere, corrispondenti a 35 nodi facendo registrare consumi di 190 litri/ora. Potrei anche accontentarmi ma l’inclinazione eccessiva del trim sottolinea che si può ottenere molto di più da quest’accoppiata scafo/motori dopo aver trovato l’assetto più corretto o le eliche giuste, consumando anche meno. Ne è testimone il fatto che la velocità dichiarata come raggiungibile dovrebbe essere pari a 42 nodi, mentre noi ne abbiamo ottenuti 7 in meno. Anche in uscita dalle virate si denota una “non piena ripresa” delle eliche e conseguentemente della propulsione, come se le pale dei propulsori non riuscissero a lavorare acqua pulita, perdendo in spinta. Ma sarà sicuramente un problema già risolto al momento della pubblicazione di questo test. Tendo pertanto a concentrarmi sul comportamento in acqua, sulla stabilità in manovra, sull’approccio alle virate tirate anche a 34 nodi e sull’impatto di prua piena con le onde. E qui si apprezza il progetto dell’opera viva, in quanto il T295 si comporta in modo eccellente, fendendo le onde, senza portare acqua a bordo e completando le virate in modo sicuro e ordinato. La stabilità è rilevante e chi sta a bordo soggiorna sempre in piena sicurezza, godendosi la traversata ovunque sia seduto. In conclusione, una prova che mette in luce ancora una volta la bontà del progetto della Tuccoli Marine. I dettagli fanno la differenza e la doppia soluzione di allestimento, e la modularità delle aree, amplia la platea di utenti che amano i fishing boat anche per usi non solo sportivi. Per ciò che concerne i motori li conosciamo ormai bene. Sono motori esacilindrici potenti da 4 litri di cilindrata, elettronici (drive-by-wire) con il Suzuki Precision Control che gestisce anche i consumi insieme al Lean Burn e all’iniezione sequenziale multi-point, al VVT e dotati di sistema Suzuki Selective Rotation. Il tutto concentrato in soli 290 chilogrammi di peso.
Caratteristiche tecniche Tuccoli T295 SF MONTECRISTO e VM
| Categoria di progettazione CE | B/C |
| Lunghezza f.t.: | m. 10,30 |
| Lunghezza omologazione: | m. 9,14 |
| Larghezza f.t.: | m. 3,14 |
| Peso senza motori | 6.200 circa |
| Potenza max installabile: | 2 x 300 hp FB/1 x 600 hp FB |
| Carburante di serie: | litri 2 x 290 litri |
| Acqua di serie: | litri 150 |
| Portata persone: | n. 8/10 |
| Motorizzazione prova: | 2 x 300 hp DF300 AP Suzuki Elica 3 pale in acciaio da 15” x 21 |
Prezzo di listino (I.V.A. esclusa): in versione SF € 189.000 (solo scafo) e € 159.000 in versione VM
Tuccoli Marine
Via Milano, 15
57014 – Collesalvetti (LI)
Tel. +39 0586/980502
Mail: info@tuccolimarine.com
www.tuccolifishingboats.com
Suzuki DF300 AP
| Modello | DF300 AP |
| Tecnologia | 4 Tempi |
| Potenza | 300 hp (220,5 Kw) |
| Regime di giri | 5.700 – 6.300 |
| Motore | 6 cilindri a V 55° con 24 valvole e DOHC |
| Cilindrata | 4.028 cc. |
| Alesaggio per corsa | 98 x 89 |
| Alimentazione | Multipoint elettronica sequenziale |
| Alternatore | 54 A 12 V |
| Rapporto di riduzione al piede | 2,08:1 |
| Peso a secco con elica | Kg. 290 |
Prezzo: € 27.200 IVA compresa
Importatore e distributore esclusivo per l’Italia
SUZUKI ITALIA S.p.A.
C.so Fratelli Kennedy, 12
10070 – Robassomero (TO)
Tel. Numero Verde 800-452625
www.marine.suzuki.it
Rilevamenti
| Giri | Nodi | Consumi totale |
| 650 | 2,7 | 4,2 |
| 1.000 | 4 | 7,8 |
| 1.550 | 6 | 16 |
| 2.000 | 7,7 | 20,3 |
| 2.500 | 9,2 | 34,3 |
| 2.600 | 11 | 35 minimo planata |
| 3.000 | 12 | 48,2 |
| 3.500 | 15,6 | 60,6 |
| 4.100 | 21,8 | 85 |
| 4.500 | 26,2 | 103 |
| 5.000 | 29,8 | 125 trim 52% |
| 5.500 | 33,9 | 172 trim 52% |
| 5.900 | 35 | 190 trim 90% |
Condizioni generali di prova
Meteo: sole, brezza, mare leggermente formato
Carichi: 4 persone, dotazioni di bordo, 290 litri di carburante + 50 litri di acqua
- Velocità minima in planata 11 nodi
- Velocità di crociera economica 26 nodi
- Velocità di crociera veloce 30 nodi
- Velocità massima raggiunta 35 nodi
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Luciano Pau
Giornalista iscritto all’Ordine Interregionale del Lazio e Molise dal 1995, vanta un’esperienza di oltre 35 anni nel mondo della nautica e dello sport, tra cui la pesca, che segue ormai assiduamente da oltre 10 anni. Ha collaborato per vent’anni con alcune delle principali riviste del settore nautico e pesca, occupandosi di test d’imbarcazioni e di gommoni, di articoli tecnici legati alle tematiche nautiche e motoristiche in genere, di elettronica, attrezzature da pesca e seguendo eventi a livello nazionale ed internazionale. Oggi è direttore del web magazine Fishing Boat Magazine ed organizzatore di eventi.















































































